Il 30.06 Springfield – Ars Venandi
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Il 30.06 Springfield

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0024192Il 30.06 Springfield ha cento anni ma non li dimostra! Per un secolo è stato il calibro preferito da moltissimi cacciatori in tutto il mondo, e tuttora è ancora uno tra i più collaudati ed affidabili tanto da essere “il più amato dagli italiani”. Correva l’anno 1906 quando i tecnici dell’arsenale di Springfield lo battezzarono come munizione militare, ma ben presto, grazie alle sue doti eccezionali di potenza, di precisione e di costanza, divenne una delle pietre miliari nel mondo del munizionamento da caccia. La nostra Rivista lo ha già trattato esaurientemente in passato, è stato addirittura il calibro che ha inaugurato la rubrica “Balistica”, ma visto che quest’anno ricorre il centenario della sua nascita, mi è sembrato doveroso ricordarlo per quel che è: una munizione molto valida ed attuale e soprattutto ancora richiestissima. Ogni anno vengono inventati nuovi calibri ma, guarda caso, tutte le volte che vuoto i contenitori di bossoli sparati nel poligono privato della DIMAR, vedo che l’ottanta per cento sono in calibro 30.06. Nel suo paese di origine, il “vecchio nonno” è venduto addirittura nelle tabaccherie e nei supermercati, ma anche in Italia non c’è negozio di Caccia, Pesca & Articoli Sportivi che non ha in carico qualche scatola di 30.06. Dal Polo Sud al Polo Nord tutti i cacciatori lo conoscono almeno di fama. Sono andato a caccia di alci in Svezia, di orsi in Croazia, di cinghiali in Bielorussia, di cervi in Austria e in Ungheria, di caprioli in Slovenia e che calibri usavano e/o consigliavano tutti i miei accompagnatori? L’8 x 57 Mauser ed il 30.06 Springfield. Alla soglia del terzo millennio, nel Nord America otto guide professioniste su dieci lo usano ancora per tutta la grossa selvaggina, preferendolo a calibri più moderni e prestanti. Il successo del 30.06 è un fenomeno a sé che non ha eguali in nessun altro campo e parecchie volte mi sono chiesto a  cosa sia dovuto, ma sinceramente non sono mai riuscito a darmi una risposta soddisfacente e definitiva. Il calibro 30.06 (7,62 x 63,4 mm) è il giusto compromesso tra diametro, peso di palla, lunghezza del bossolo e velocità alla bocca. E’ un calibro in grado di sparare palle di peso variabile dalle microscopiche 55 grani in sabot (le famose Accellerator della Remington) alle mostruose 250 grani (Barnes), e questa caratteristica lo ha fatto diventare il calibro “tuttofare” per eccellenza, anche se esistono munizioni simili ma molto più moderne. E’ inutile negare che a renderlo famoso ha contribuito anche la pubblicità che gli hanno fatto grandi cacciatori, come Blixen, Hemingway, Roosevelt, Zumbo, Boddington, ecc, ma sono convinto che se nei boschi, nelle tundre, nelle savane e nelle giungle di tutto il pianeta non avesse dimostrato il proprio valore, avrebbe avuto molto meno successo. Se vi capiterà di girare per il mondo con una carabina in calibro 30.06, state tranquilli che nessun guardacaccia – accompagnatore storcerà mai il naso vedendola. Il 30.06 non è un calibro adatto per dare la caccia ai nocivi, come non lo è per insidiare i grandi selvatici nordamericani o africani, ma, con la scelta giusta della palla e a distanze ragionevoli, ha dimostrato di sapersi districare egregiamente in ogni situazione. Una cosa posso tranquillamente affermarla, ossia che la grandissima scelta di caricamenti con cui viene tuttora offerto e l’infinita gamma di palle con cui può essere ricaricato, lo rende veramente un calibro unico ed insuperabile sul terreno di caccia. Qualcuno mi considera un “esperto” di canna rigata, ma credetemi, sono soltanto un comunissimo appassionato che nella vita ha avuto la fortuna di andare a caccia parecchio, così c’è sempre chi chiede il mio parere su quale potrebbe essere il miglior calibro rigato per le cacce europee. Tutte le volte sono tentato di consigliare il 7 mm Remington Magnum o il 270 Winchester, ma poi alla fine ripiego sul calibro 30.06! Perché? Perché se un cacciatore “medio” dovesse andare a caccia di camosci potrebbe tranquillamente utilizzare una cartuccia da 130 – 150 grani, magari una Ligth Magnum, stesso discorso se invece vuole andare al capriolo. Se poi è un Selecotrollore e gli viene assegnato un daino ed un muflone, può usare delle palle da 150 – 165 grani, mentre se decide di abbattere un bel cervo non deve fare altro che ricontrollare la taratura dell’arma con delle robuste 180 grani. Per l’orso, l’alce e per i cinghiali “carpatici”, una 200 grani “Bonded-Bonding” ad espansione controllata è proprio quel che ci vuole.  Palle di peso superiore non ho capito a cosa possano mai servire e purtroppo ancora non ho trovato nessuno che sia stato in grado di dirmelo.  Ma la preda d’elezione del “nonno statunitense” è il cinghiale. Non esiste carabina semiautomatica, combinato e addirittura express che non abbia incluso il 30.06 nelle sue camerature. Questo calibro sembra che sia stato creato proprio per la caccia al Re della macchia in battuta, perché abbatte pulitamente senza eccessi e senza sprechi dai giovani “rossi” ai grandi solenghi. Mi dispiace soltanto per i nostri colleghi “cinghialai” francesi che a causa delle loro leggi restrittive in fatto di armi e munizioni (stento a credere che stiano addirittura peggio di noi!) non possono utilizzarlo nei loro splendidi boschi. Io per passione, per abitudine e spesso anche per necessità, da oltre vent’anni ricarico personalmente tutte le munizioni metalliche che utilizzo a caccia, ma devo ammettere che di cartucce originali in calibro 30.06 ce ne sono in commercio di veramente eccellenti. Non a caso tutte le ditte produttrici di munizioni, sia europee sia americane, hanno sempre incluso il buon 30.06 nei calibri “migliorabili”, di quelli da prendere da campione quando c’è da sperimentare nuove cariche di lancio o i proiettili più avveniristici. Lo ammetto, in fatto di armi sono alquanto “innamorarello”. Se le mie finanze lo permettessero non mi stancherei mai d’acquistare carabine. In occasione dell’ultima EXA sono rimasto affascinato dalla nuova semiautomatica Browning BAR “Eclipse” con finitura Silver e riporti dorati. Quando all’espositore chiesi se poteva darmi delle informazioni più dettagliate sulle caratteristiche della nuova arma, la prima cosa che mi rispose fu: “Viene camerata in tutti i calibri Winchester Short Magnum!” Ed io con un sorriso gli risposi: “ E’ l’unica caratteristica che non m’interessa, perché semmai dovessi prenderla la vorrei in calibro 30.06 Springfield”
 
                                                                     Marco Benecchi                 

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